AMICI della BICI – Associazione Ciclo-Culturale

NOVARA - via Perazzi 5e (c/o c.d. Quartiere S.Martino)

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NOTIZIE 4

domenica 17 aprile 2005

La pedalata si svolgerà attraverso un interessante percorso sui falso piani, lungo il percorso della Stura, che uniscono Lanzo a Ciriè, per ammirarne il paesaggio e le opere d’arte.

 

 P R O G R A M M A

ore

08.15

Novara - Ritrovo in via Gnifetti nel piazzale G.S. per il carico delle bici sulle vetture.

ore

08.30

Partenza per per Valli di Lanzo (autostrada Mi-To tang. uscita Caselle).

ore

10.00

Arrivo a Lanzo. Seguirà visita al Ponte del Diavolo; sosta caffè.

ore

11.00

Partenza per Ciriè.

ore

12.00

Arrivo alla cappella Robaronzino e visita.

ore

13.00

Sosta pranzo presso Palazzo D’ORIA (possibilità di pranzo al sacco, bar o ristorante). Seguiranno le visite a Palazzo D’ORIA e alla chiesa di San Martino.

ore

15.00

Rientro in bici a Lanzo.

ore

 17.00

Arrivo a Lanzo; gelato, carico bici e rientro a Novara.

 

N O T E  T E C N I C H E

Il percorso, ad anello, si snoda per circa km 35, tutti asfaltati,  su falso piani in discesa e salita. Si raccomanda la manutenzione preventiva della bicicletta, compreso il gonfiaggio delle gomme; é opportuno avere una camera d'aria di scorta da utilizzare in caso di foratura Tutti i soci, che possono mettere a disposizione posti bici sulla propria automobile, sono pregati di mettersi in  contatto, nelle ore serali, con Fabrizio Barbera (tel. 0321.621300), segnalando la propria disponibilità entro la sera di giovedì 14 aprile

La Sede rimarrà aperta giovedì 14 aprile dalle 17.30 alle 19.00, per chiarimenti ed informazioni. In caso di pioggia la gita sarà rinviata a data da destinarsi.

Capigita: Barbera/Maberi

 

L'antico Ponte del Roch o del Diavolo, sulla Stura, unisce i fianchi del Monte Buriasco e del Mombasso ed è assunto a simbolo di Lanzo; anticamente vi passava la mulattiera che portava a Torino. Il ponte, il cui ardito profilo ad arco gotico si eleva di quindici metri sul livello del fiume, fu costruito su decisione della Credenza di Lanzo del gennaio 1377; per poterne sostenere le spese fu imposta una tassa sul vino che si protrasse per dieci anni. A metà dello stretto camminamento si erge un' arcata: qui in epoca medioevale si trovava una porta custodita da una sentinella, che veniva chiusa in tempi di guerra e di pestilenza. 

 

 

 

 

 

 

 

Chiesa di S. Martino di Diramo. In origine la Chiesa faceva parte dell'insediamento sparso antecedente la costruzione delle mura del borgo. Costruita all'inizio del secolo XI in stile romanico, fu poi ampliata con l'aggiunta di altre navate laterali. Già alla fine del '500 aveva murature ed arredi molto guasti, e, dopo l'erezione della Chiesa di San Giuseppe all'interno del borgo, fu abbandonata. A metà del sec. XVIII fu trasformata e ridotta all'attuale aspetto.
Di essa si sono occupati i maggiori studiosi d'arte romanica, ponendo varie ipotesi di datazione e di lettura formale degli affreschi medievali.
È considerata oggi uno dei più interessanti reperti dell'architettura religiosa romanica in Piemonte.

 

Palazzo D’ORIA. La costruzione attuale utilizza le strutture del precedente palazzo cinquecentesco di proprietà dei Provana. Acquistato dai D'Oria, venne trasformato nel corso del XVII secolo secondo il modello delle residenze di rango principesco nell'ambito delle "delizie" di caccia reali. Fu dotato perciò di un territorio attinente, destinato a quest'uso; una parte di questo fu reso feudale e cintato, in seguito a disposizioni reali, nella seconda metà del '600.
Nel corso del '700 fu aggiunto un piano alla manica est verso il parco e intonacata la muratura esterna.
In particolare l'appartamento a sud, detto di Carlo Emanuele e riservato ai soggiorni dei Savoia, che durante i loro itinerari venatori dimoravano nel palazzo, conserva una decorazione plastica e pittorica particolarmente ricca, eseguita da quegli artisti luganesi che lavorarono alle residenze reali.
Nel 1909 il complesso fu acquistato dalla Famiglia Remmert. Il parco venne in seguito lottizzato e il Palazzo fu trasformato e adattato ad uso dell'Amministrazione Comunale.

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