PEDALARE TRA LE RISAIE
di Roberto Mazzetta
Amate le forti pendenze, salite ripide,
selettive con il cuore che pompa e con il respiro affannoso che cerca una
sintonia con il ritmo lento delle pedalate? Vi stimolano le discese mozzafiato
dove l'aria sibila tra il casco e gli occhiali e il solo pensiero di un guasto
ai freni vi fa venire i brividi? Bene, questo giro non fa per voi. Infatti si
svolge tutto nella piatta pianura novarese tra una ricca avifauna, paesini che
riservano interessanti sorprese e uno dei pochissimi boschetti salvatosi dalla
coltura risicola che non ha risparmiato nemmeno un lembo di quei meravigliosi
boschi che un tempo ricoprivano tutta la pianura, tanto che, nel Medio Evo, era
possibile attraversarla integralmente senza uscire da boschi e foreste.
Purtroppo non si sono salvati neanche i pittoreschi filari di gelsi, salici e
pioppi che in anni neppure troppo lontani bordavano i campi, donando un po' di
ombra, frangevano l'impeto del vento e movimentavano piacevolmente il paesaggio.
Non ci resta che accettare ciò che vediamo così come ce l'hanno lasciato
(anche se si potrebbe fare molto per migliorarlo) e iniziare a pedalare.
Mountain bike o city bike vanno benissimo entrambe, si sconsiglia la bici da
corsa per gli sterrati che si percorreranno.
Partiamo da Casalbeltrame, borgo agricolo che da qualche anno a questa parte ha
effettuato scelte interessanti per valorizzare il territorio e la propria
identità. Niente centri commerciali o capannoni a perdita d'occhio, ma uno
splendido museo dell'attrezzo agricolo sito in una cascina ottimamente
restaurata al quale si affiancherà, tra non molto, una gipsoteca che
raccoglierà statue in gesso, da non dimenticare rassegne di scultura con
artisti da tutto il mondo, un ristorante legato alla catena Slow food e un
negozio (presso il museo) di prodotti legati al territorio. Gironzolando per il
paese notiamo i cartelli indicatori delle vie nobilitati da belle ranocchie in
ottone accovacciate, l'animale simbolo, con l'airone, di queste terre d'acqua.
Osservata dall'esterno la bella villa Savoiroux, si parte per la pedalata; si
lascia la trafficata provinciale Casalvolone/Biandrate per la tranquilla SP 104
per Pisnengo, proprio di fianco al museo. Una linea retta tra le risaie di un
chilometro e mezzo, asfaltata. Là dove la strada principale fa un angolo retto
a destra, noi andremo dritti per la sterrata, i cartelli indicheranno, tra varie
cascine, anche l'oasi di Casalbeltrame, una zona protetta dalla Regione
Piemonte. Ottocento metri e poi una curva secca a destra, altri ottocento metri
circa e siamo alla cascina Bosco, abbandonata e mal concia dove si può ammirare
il bell'ingresso. Tre grossi silos incombono su di noi. Li aggiriamo, passiamo
accanto ad una chiesetta abbandonata e sempre per sterrata via fino a
intercettare sulla destra un'altra carrareccia che ci porterà all'oasi.
L'oasi di Casalbeltrame, tutelata dal 1986, comprende un boschetto al cui
interno c'è una zona umida fondamentale per la vita di anfibi, aironi, garzette,
nitticore. Sono tutelate anche le risaie limitrofe come si può dedurre dai
cartelli verdi della Regione Piemonte che delimitano l'area. E' facile
individuare il parco anche in lontananza in quanto è l'unico bosco in
un'infinita distesa risicola. I progetti iniziali prevedevano osservatori sotto
il livello del laghetto per lo studio della vita sott'acqua, ma la cronica
mancanza di fondi ha lasciato tutto sulla carta. Attualmente non è possibile
oltrepassare la recinzione se non si è accompagnati da personale addetto (la
palude dipende dal Parco delle Lame del Sesia), ma ci si deve accontentare di
seguirne il perimetro e osservare l'andirivieni incessante della ricca avifauna
di pianura. Tornati al cancello d'entrata e alla carrareccia, al bivio andremo a
destra fino alla strada asfaltata. Qui, girando a sinistra dopo poco più di un
chilometro arriveremo alla Marangana, un grosso e storico complesso agricolo, si
può fare questa deviazione, oltre che per ammirare questa notevole cascina,
anche per bere una sorsata dell'acqua sulfurea che fuoriesce da una fontanella,
l'aroma non è certo invitante, il gusto… ognuno giudicherà. Girando a
destra, invece, in un paio di chilometri eccoci a Ponzana, un altro interessante
borgo agricolo con castello quattrocentesco. Ritornando indietro qualche
centinaio di metri, troveremo il bivio sulla sinistra per S. Apollinare, un
complesso che la tradizione vuole fondato dai Cavalieri Templari, una delle
varie mansio gestite da questi affascinati personaggi del XI/XII secolo. Ora vi
è la sede dell'associazione i Ricostruttori. Subito dopo incontriamo la
frazione Fisrengo, altro esempio di castello medioevale trasformato in cascina
fortificata. Da Fisrengo si può tornare a Casalbeltrame puntando a nord su una
stradina asfaltata, sono poco più di quattro i chilometri che dobbiamo ancora
percorrere.
Noi, pedalatori instancabili, tuttavia, possiamo fare ancora uno sforzo e, per
strada asfaltata un po' trafficata, arriviamo sino alla splendida Abbazia di San
Nazzaro Sesia. L'itinerario è semplice, basta dirigerci verso Biandrate e, poco
prima del paese, girare a sinistra seguendo le indicazioni.
I chilometri che ci separano sono appena cinque e la meta vale veramente la
pena. Per chi vive in zona, non aver visitato questo gioiellino architettonico
è assolutamente ingiustificabile. Si tratta di un complesso abbaziale
fortificato con mura e torri risalente al 1040, voluto da Riprando Vescovo di
Novara. La chiesa in stile romanico-gotico risale al Quattrocento, così come
gli affreschi, dedicati alla vita di San Benedetto, che si possono ammirare
nell'elegante chiostro quadriporticato. Notevole anche il poderoso campanile
romanico. L'ambiente, raccolto e silenzioso, ha un sicuro effetto rilassante
soprattutto su stanchi e spossati pedalatori. Stanchi ma mai domi, infatti non
ci si può esimere da una visita al vicino Santuario della Madonna della
Fontana, altro luogo di relax immerso nel verde. Il Santuario sorge proprio
sopra una sorgente considerata miracolosa; un sorso di quest'acqua e saremmo
pronti anche per una pedalata al Parco delle Lame del Sesia, ma non esageriamo!
Questo posto lo visiteremo un'altra volta, ora raccogliamo le forze e torniamo a
Casalbeltrame per la stessa strada dell'andata. Teniamo d'occhio la campagna
circostante, non è improbabile avvistare nutrite colonie di Ibis, begli uccelli
dal piumaggio candido con il tipico becco ricurvo. Pare siano fuggiti da una
voliera e, riconquistata una insperata libertà, si siano perfettamente
ambientati nelle nostre terre prolificando e nidificando.
Un giro come questo di circa 33/34 chilometri, fatto senza fretta, in scioltezza
e fermandosi ogni qualvolta lo si desideri, ci fa passare una giornata all'aria
aperta mostrandoci tanti piccoli e grandi tesori a due passi dalla città magari
sempre ignorati o sottovalutati. Si tenga presente che in zona , da alcuni anni,
sono sorti vari agri turismo di alta qualità che potrebbero rappresentare un
ottimo finale di giornata all'insegna della sana alimentazione.