TRA  LA SERRA E IL MOMBARONE

di Roberto Mazzetta

 

La zona della Serra di Ivrea è un luogo eccellente per gli appassionati di MTB. Le possibilità di pedalare su sterrate o su stradine tranquille immersi nei boschi sono veramente tante. Ci sono buone possibilità anche di complicarsi un po' la vita su percorsi più ostici, senza, ovviamente, cadere nel puro autolesionismo.
La proposta è per pedalatori con un po' di allenamento e con una MTB dai freni affidabili.
Partenza dal castello di Rubino (m.832), proprio sulla dorsale della Serra dove la provinciale 500 proveniente da Donato scende ad Andrate sul versante eporediese. Da qui, in direzione nord, proprio sulla dorsale, parte una carrareccia in salita un po' sconnessa ma ciclabile. Poco dopo si oltrepassa un inquietante gruppo di alte antenne e parabole. La stradolina è ora asfaltata. Poco dopo si devierà a destra in salita su sentiero con evidenti segnavia. Siamo in un bel bosco e si procede in falso piano sino a sbucare su di una strada asfaltata, giriamo a destra imboccando, pochi metri dopo, la bella sterrata che porta al Santuario di Graglia: ottimo percorso in falso piano per chi non ha voglia di faticare troppo ma nel contempo vuole godere di un bel panorama sulla pianura sottostante.
Seguiremo questa strada per circa 5 km, quindi, occhio al bivio contrassegnato con B12.  E' una ripida strada asfaltata che si stacca sulla sinistra: si costeggiano varie ex baite ristrutturate come seconde case in modo a volte discutibile, quindi si esce dal bosco e ci si trova in una zona a pascolo parzialmente infestata da felci. Si sbuffa e si pedala (volendo si può anche scendere e spingere senza perdere in dignità!). Si consiglia, anche per prendere fiato, di lasciare la bici e raggiungere in pochi passi il Roc delle Fate (m1270): un roccione a sbalzo nobilitato da una leggenda, probabilmente celtica, narrata e spiegata da un apposito tabellone; da osservare anche le antiche cappelle che testimoniano l'importanza che questo luogo aveva per le antiche popolazioni. Si procede, sempre in salita, fino a raggiungere l'alpe Alpone a m.1423. Ci troviamo al Piano della Morte: non so se il nome è dovuto allo sforzo che abbiamo appena compiuto per arrivarci o se ci sono altre motivazioni ben più arcaiche per questo strano toponimo. Un breve tratto e si perviene all'alpe Alpetto posto a m.1479: la massima quota raggiunta nel nostro giro. Siamo alle pendici del Mombarone, la bella e imponente montagna che sembra nascere proprio dalla Serra e ben visibile dalla pianura grazie anche ai suoi 2371 metri di quota.
La fatica della salita è terminata: ora chiuderemo l'anello con una piacevolissima discesa su sterrato (itinerario B30) che ci riporterà sulla strada del Santuario non lontano da un ristorante. La zona attraversata è piacevolissima e invoglia a fermarsi per godere sia del paesaggio circostante sia dell'amenità del luogo caratterizzato da boschetti, prati e alpeggi.  Alla strada di mezzacosta, non ci resta che girare a destra e ripercorrere a ritroso il percorso dell'andata sino al castello di Rubino.
Il giro non è tanto lungo, si pedala per una ventina di chilometri, ma la parte in salita, lo rammento, è veramente ripida e con fondo sconnesso. Per intuibili motivi si sconsiglia di effettuare il giro in inverno in presenza di ghiaccio.
Un'ultima cosa: quando si lascia l'alpe Alpetto, appena imboccato l'itinerario B30, invece di scendere verso sinistra, volendo, si può piegare a destra e raggiungere l'alpe Cavanna dove sorge un rifugio che, se aperto, può fornire ospitalità e gustoso cibo.
Cartografia utile: foglio 1:25.000 carta dei sentieri Biellese nord occidentale edita dalla provincia di Biella.